Ovvero quando la dimensione evolutiva, l’evoluzione di darviniana memoria, si sposta dalla concretezza corporea dell’essere alla dimensione immateriale dell’evoluzione del pensiero. La questione non è da sottovalutare: il cervello è in grado di spostare il pensiero da una dimensione finita per proiettarlo in dimensioni non quantificabili? Possiamo veramente dirci in grado di interpretare il senso della vita?
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L’imbarazzante “Senso della Vita”
Il cervello può esprimere categorie di vita, di pensiero, di impulsi, di emozioni completamente differenti fra individuo e individuo. Se il senso della vita può avere tante interpretazioni, allora significa che non ne esiste uno propriamente inteso, unico e definito. Quello di Hitler, per esempio, era probabilmente il dominio del mondo e della razza pura, ma per fortuna il suo senso della vita si è scontrato con quello di altri, che anelavano a libertà e democrazia