Ecco com’è andata l’olivagione 2022 in Toscana

Un’annata in linea con quella precedente ha restituito circa cinquecento tonnellate di olio per le Dop e Igp. Di quest’ultima, la regione ne detiene il primo posto in classifica per un valore al consumo pari a 46 milioni di euro. Nonostante le temperature critiche della scorsa estate, con relative difficoltà incontrate dagli olivicoltori, la qualità degli extra vergini sarà molto buona, così come la produzione saprà reggere, anche quest’anno, in termini di fabbisogno. Ad affermarlo è Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione

I cambiamenti climatici come prima causa della scarsa raccolta delle olive spagnole

Quest’anno, secondo gli esperti di olivicoltura dell’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare, Irta, in quasi la totalità del paese Iberico il raccolto di questa olivagione non raggiungerà la metà della media abituale. Nonostante i fenomeni metereologici atipici sviluppati in primavera e la siccità accumulata negli ultimi anni abbiano inciso in modo determinante su diverse fasi cruciali della maturazione, gli oli ottenuti sono di alta qualità, caratterizzati da un verde brillante e da un buon equilibrio di sapori

Una olivagione complicata, secondo Assitol. Manca materia prima

L’Associazione italiana dell’industria olearia esprime grande preoccupazione per come si sta evolvendo la campagna olearia 2022-2023. La ricorderemo tra quelle più difficili degli ultimi decenni. Le 200mila tonnellate d’olio previste non basteranno a soddisfare il fabbisogno dei consumi interni. Di qui alla prossima estate potremmo non avere prodotto a sufficienza. Ci vuole responsabilità. Il ricorso a vendite sottocosto potrebbe provocare un esaurimento anticipato dei già scarsi volumi a disposizione

Sarà una olivagione molto complicata. Si prevede un calo del 30% per il 2022-23

Le alte temperature a maggio in fase di fioritura e lo stress idrico nel mese di luglio determineranno un quadro produttivo non molto felice secondo quanto riferiscono dall’organizzazione agricola Cia-Agricoltori Italiani. In alcuni casi i frutti si presentano già secchi, in altri casi la polpa disidratata sta compromettendo lo sviluppo delle olive riducendo la formazione dell’olio

Lo scenario olivicolo a raccolta iniziata

In tutto il bacino mediterraneo c’è fermento, ma le attese di una ottima olivagione sono state frustrate da una meteorologia impietosa. In generale, numeri rivisti al ribasso. In Spagna la situazione di palese stress idrico si è aggravata e non si prevedono miglioramenti. Bene il Portogallo, con un incremento del 50%. In Tunisia rese al di sotto delle medie; in Grecia produzione intorno alle 200 mila tonnellate; in Marocco attesi miglioramenti della qualità con rese al momento basse; campagna positiva in Turchia, a fronte degli oltre 192 milioni di ulivi; e situazione disomogenea in Italia. Le prospettive del mercato, con la frenata dei consumi che preoccupa

Tutto quel che occorre sapere sulla raccolta delle olive

Una lezione del professor Franco Famiani intorno alla scelta dell’epoca di raccolta in funzione dell’evoluzione della quantità e qualità dell’olio e dell’obiettivo produttivo dell’azienda; non ché intorno alla descrizione dei vari sistemi di raccolta, la scelta del sistema da utilizzare in relazione all’oliveto, alle dimensioni aziendali e ai costi e ai fattori che li determinano

Le previsioni di Confagricoltura per l’olivagione 2021

Secondo la nota associazione di categoria che riunisce gli imprenditori agricoli italiani, nel complesso si annuncia positiva, soprattutto in merito alla qualità. Per ciò che concerne le quantità, invece, queste sono da ritenersi variabili da zona a zona. Diminuisce in particolare la produzione nelle aree centrali del Paese e soffre soprattutto il Nord

L’olivagione 2021 sembrerebbe in lieve ripresa. Quanto meno al sud

In attesa di dati più certi, Italia Olivicola e Aifo si lanciano in una previsione oscillante tra 290 e 310 mila tonnellate. Bene il sud ma gli eventi meteorologici estremi e impattanti hanno inciso sulla produzione del centro nord. In questi ultimi anni, ha molto condizionato, secondo il presidente della Cia Dino Scanavino, “la variabilità produttiva dei nostri oliveti, a causa degli effetti del clima e delle avversità parassitarie”

Quasi pronti alla raccolta delle olive, anche in alta quota

Camminando tra gli olivi in Liguria, per le ultime ricognizioni in attesa dell’olivagione. Il Covid ci sta piegando, è vero, ma la natura non si ferma e non si può certo rinunciare al suo corso. Siamo chiamati a impegnarci sempre, in prima persona. La natura pare cinica e ottusa, in tutto ciò, ma dona di fatto speranza, fiducia e gioia di rinascita