Extra vergini al supermercato. Cosa c’è da sapere

Davanti allo scaffale. Cosa succede quando il consumatore è chiamato a scegliere e individuare l’olio, o gli oli, da riporre nel carrello? Il numero 14 di OOF International Magazine indaga su un canale di vendita che da una parte ha reso popolare gli extra vergini, dall’altra ne ha svilito il valore degradandoli a prodotto commodity. La voce dei protagonisti

Il comparto oleario si appoggia in via esclusiva sulle promozioni, ma il valore lo crea il marketing

A sostenerlo è Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov. Il buyer – dice – deve ottimizzare le performance del proprio punto vendita, e se per farlo deve avviare una attività di sottocosto, o di “traffic building” utilizzando l’extra vergine, lo fa. Se ci si accontenta della promozione, che sposta quote di mercato oggi per farle perdere domani, non facendo cambiare fondamentalmente nulla nel medio lungo termine, non si risolve certo il problema

Stop al sottocosto degli extra vergini

Nella Gdo si consuma un bagno di sangue, a volte. Il più delle volte. Forse sempre. È un cul de sac da cui occorre al più presto uscirne, per salvare le aziende e soprattutto il prodotto. Il pensiero del direttore generale di Assitol Andrea Carrassi spiazza e fa riflettere. Le vie d’uscita ci sono, e non richiedono cruenti battaglie e contrapposizioni

L’olio e la Grande distribuzione

Giudicare male i supermercati? Le responsabilità della caduta di valore degli extra vergini ci sono tutte, anche per via delle promozioni in sottocosto a prezzi a volte indicibili. Ma la Gdo offre tuttavia le migliori garanzie al consumatore