Nonostante le molteplici potenzialità, le lacune a livello normativo e economico non permettono alla produzione di canapa in Italia di decollare. La pianta può essere un’opportunità per la bioeconomia e per la creazione di una filiera sostenibile e innovativa, ma il suo impiego resta inespresso se non si guarda a tutte le criticità incontrate dagli operatori e possibili soluzioni
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Infinite potenzialità e basso impatto ambientale. Così la canapa si prende la sua rivincita
Abbandonata in passato dagli agricoltori in quanto la sua gestione richiedeva un lavoro molto faticoso nei campi, l’impegno del Comitato ProCanapa è quello di promuovere i numerosi benefici che questa coltura può apportare. Al territorio, in quanto ecosostenibile, ma anche all’economia, collocandola come una risorsa per l’intero comparto tessile. Lavorare in chiave in green è sempre una sfida, ma con i finanziamenti pubblici e una visione chiara e definita, potrebbe dare una importante svolta al settore e non solo
Il fondo per la tutela delle piccole e medie filiere non si è dimenticato della canapa
Sono in arrivo tre milioni per migliorarne la qualità. Il ministro Patuanelli ha recentemente firmato il decreto che disciplina la ripartizione dei fondi in dotazione delle filiere di dimensioni minori. Per rendere più redditizie le attività dei canapicoltori sarà quindi necessario investire la somma a loro assegnata in ricerca e meccanizzazione, garantendo una maggiore sinergia tra le associazioni interessate
La rivincita della canapa. Dall’agricoltura al benessere
Tra periodo pandemico e obiettivi sostenibili della Ue, l’utilizzo della canapa – con un THC inferiore allo 0,2%, e perciò senza potere drogante, legale dal 2016 – aumenta sensibilmente anche in Italia. La coltivazione ormai si diffonde e tra l’altro si possono beneficiare vantaggi fiscali per l’avviamento o finanziamenti con una parte a fondo perduto, secondo la regione di appartenenza