Natale Giuseppe Frega, docente emerito di Industrie e Tecnologie Alimentari, già preside della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, è stato l’artefice di un incontro memorabile ad Ascoli Piceno, con un convegno che si è tenuto lo scorso 3 dicembre, dove si è fatto il punto sul contributo della ricerca nella crescita del settore primario. L’occasione è stata il ricordo pubblico del professor Massimo Cocchi, biochimico della nutrizione scomparso prematuramente il 19 maggio. Quale migliore omaggio, dunque, se non quello di un incontro sul valore della scienza. A volerlo è stato proprio il professor Frega, presidente della sezione Centro-Est dell’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno.
“Senza attività di ricerca – ha affermato il professor Frega – non si va da nessuna parte. La ricerca, soprattutto nel settore primario, è la base per lo sviluppo della collettività. Si tratta di un lavoro che consacra l’uomo e lo porta ai livelli di progresso che tutti conosciamo. È un lavoro svolto dagli uomini per gli uomini”, ha precisato Frega, e proprio con il convegno dedicato alla figura di un grande scienziato, Massimo Cocchi. L’Italia non è collocata bene in fatto di ricerca, ma fa riflettere la qualità dei suoi lavori: “già – ammette Frega – ci troviamo al ventisettesimo posto quanto a spesa nel settore scientifico, ma per fortuna occupiamo l’ottava posizione in termini di risultati ottenuti, il che deve farci riflettere”.
Quanto è emerso dal convegno che si è tenuto ad Ascoli Piceno, al Palazzo dei Capitani, ci deve far riflettere. Il professor Natale Giuseppe Frega, presidente della Sezione Centro Est dell’Accademia dei Georgofili, non ha dubbi in proposito, tant’è che il pubblico convenuto ha molto apprezzato anche la stessa scelta di linguaggi più universali, comprensibili da tutti, tant’è che hanno apprezzato tantissimo la lettura di un originale lavoro dello stesso Frega, a metà tra scienza racconto, nell’interpretazione dell’attore, doppiatore e sceneggiatore Luca Violini.
Interessante quanto sostenuto dal rettore dell’Università politecnica delle Marche, il professor Gian Luca Gregori, il quale ha riconosciuto quanto il settore primario sia purtroppo dimenticato e che vi sia ancora un limitato interesse per l’agricoltura, uno scarso rilievo che meriterebbe invece una svolta: “il settore agricolo presenta grandissime opportunità di crescita ed è per questo che sono necessari dei mutamenti di ordine sociale e culturale: occorre partire dalle caratteristiche dei territori, l’Italia è la somma di tantissimi paesi. La ricerca può fare molto, e finora è stato un errore nel non comunicare la ricerca”. Di questo, la ricerca ha necessità: di essere comunicata, trasmessa a quante più persone possibile.
Il professor Massimo Vincenzini, presidente nazionale dell’Accademia dei Georgofili, ha messo in luce il ruolo dell’Accademia, una realtà che vanta ben 270 anni di ininterrotta attività e che ha portato innovazione e conoscenza: “dai diciotto fondatori iniziali, oggi sono più di mille gli accademici. La scienza veniva vista positivamente, oggi questo rapporto fiduciario negli ultimi trent’anni si è sfilacciato. Tanti dubbi sollevati, polemiche faziose, voglia di contraddire. Molti non accettano la scienza, il fatto è che la scienza non è democratica. Ci si deve chiedere perché ci si è allontanati dalla scienza. È bene – ha concluso Vincenzini – diventare promotori presso la società civile della cultura scientifica”.
L’incontro si è alimentato dai tanti apporti di conoscenza a opera dei vari relatori, a partire dall’intervento del professor Fabio Gabrielli, della School of Management dell’Università Lum Jean Monnet, che ha incantato il pubblico provocandolo con una serie di citazioni letterarie scegliendo in particolare il linguaggio della poesia, a dimostrazione che anche la letteratura offre una interpretazione della realtà che la scienza non può ignorare, ragione per cui è evidente come il professor Cocchi, attraverso le sue pubblicazioni di taglio umanistico ha saputo coniugare perfettamente scienza e lettere. A seguire, ci sono stati gli interventi del professor emerito Giuseppe Bertoni, dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, con un contributo scientifico di alto profilo incentrato sulle produzioni animali. Quindi è stata la volta del professor Valerio Temperini, dell’Università Politecnica delle Marche, e, a seguire, c’è stato l’intervento di Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Magazine, incentrato sulla comunicazione
Massimo Cocchi non era soltanto un eminente studioso e un uomo di scienza, è stato anche un grande umanista, come dimostrano molte sue opere di carattere filosofico e insieme scientifico pubblicate da Olio Officina. Gli argomenti di ricerca da affrontati dal professor Cocchi sono stati almeno dieci, quelli più rappresentativi: etanolo e lipidi; acidi grassi inusuali; lipidi alimentari e lipidi tissutali; acidi grassi essenziali (EFA); acidi grassi delle serie n-6 e n-3; nutrizione cellulare; metabolismo dei lipidi durante lo sviluppo e la crescita; aspetti molecolari in psichiatria; aspetti molecolari nella cardiopatia ischemica; e microbiota intestinale.
Tra i tanti libri del professor Massimo0 Cocchi editi da Olio Officina, segnaliamo in particolare il volume Cacao e olio da olive, due alimenti strategici, fra depressione e rischio cardiovascolare. Nell’immaginario comune l’assunzione di cioccolato è da sempre associata a una serie di effetti negativi. I medici non ne hanno mai consigliato il consumo in grandi quantità. Per quanto ancora oggi ci sia la tendenza a colpevolizzare tale alimento, per la comparsa delle carie, o in quanto responsabile dell’aumento di peso, risultati recenti dimostrano che la letteratura a cui ci siamo affidati sia caratterizzata da inesattezze e conclusioni con forti limiti: il cacao, infatti, può influenzare il dimagrimento, riducendo il Body Mass Index. Non solo, il cacao fa bene anche al nostro umore ed è capace di alleggerire l’affaticamento mentale e di migliorare il pensiero cognitivo. Un suo consumo ragionevole è sinonimo di miglioramento dello stato di salute e di prevenzione di una serie di malattie, anche degenerative, come il morbo di Alzheimer. Quanto all’olio e ai suoi effetti benefici, si è scritto molto di più. Tanti lavori di elevato prestigio internazionale confermano che l’olio da olive giochi un ruolo chiave nella prevenzione della patologia cardiovascolare e nel contrastare la cardiopatia ischemica. L’olio da olive previene la trombosi e l’aggregazione piastrinica.