La scomparsa di Giulio Giorello è una grave perdita per la cultura italiana. Egli era perfettamente consapevole che la filosofia della scienza avesse una dimensione intrinsecamente politica. Spinoza, John Stuart Mill sono stati esempi concreti di una forte connessione tra teoria della conoscenza e problemi politici. “E la politica non è forse un insieme di grandi esperimenti?” si chiedeva il filosofo della scienza, allievo di Ludovico Geymonat.
Per questo egli fustigava i partiti che si riempiono la bocca di libertà e democrazia e poi sono organizzati in strutture che non hanno nulla di democratico e liberale.
Giorello era un ateo che affermava: “La comprensione scientifica del cosmo (navette spaziali incluse) e la decifrazione dei meccanismi della vita (compresa l’ingegneria genetica) ci fanno percepire ancor di più lo splendore dei cieli e le infinite forme bellissime del mondo organico”. Egli lo sapeva che il libertino fa a meno di Dio ma non dello spettacolo che alcuni suggeriscono opera Sua.