L’editoria sta attraversando un momento alquanto delicato e complesso, nello stesso tempo vive un momento storico favorevole per altri versi, perché ci sono mezzi facilitatori e nel contempo rivoluzionari, perché con l’avvento di Internet tutto è cambiato, in meglio come in peggio. Noi siamo coltivatori del meglio. Chi mi conosce sa che nel 2003 con Teatro Naturale[il nome era stato un omaggio all’amico Giampiero Neri, autore del volume di poesie intitolato, appunto, proprio Teatro Naturale] immaginai sin da allora un nuovo percorso di comunicazione, dando il via a una rivista che interpretasse in chiave moderna, e con uno sguardo differente e discontinuo, i temi dell’agricoltura e dell’alimentazione. Quell’esperienza, pur continuando in seguito per altre vie, mi ha portato a maturare un ulteriore percorso, come sempre discontinuo e nuovo, alternativo, perfino inattuale per quanto nuovo. Con Olio Officina, soprattutto a partire dal 2013, si è aperto uno scenario inedito, sicuramente inconsueto per i temi trattati, tutti incentrati sull’olio, ponendo i riflettori su questa materia prima tanto osannata quanto sconosciuta e incompresa. Osannata perché di fatto è universalmente riconosciuta come alimento “nutraceutico”, un “functional food” che ci accompagna per tutti i giorni della nostra vita assicurandoci benessere interiore, salute fisica e mentale, e procurandoci nondimeno godimento, perché l’olio ricavato dalle olive è piacere, in quanto attraverso la via dei sensi ci coinvolge emotivamente e rende i cibi migliori e più appetibili, valorizzando e amplificando i sapori di ciascun ingrediente. Sconosciuta e incompresa, la materia prima olio da olive, in quanto vittima di offerte sottocosto, di speculazioni politiche e sindacali e di tanti fraintendimenti.
Era impensabile, già solo vent’anni fa, immaginare un progetto culturale ed editoriale come quello intrapreso con audacia da me, con Olio Officina. Oggi, oltre a organizzare Olio Officina Festival [nel 2022 la undicesima edizione, dal 10 al 12 febbraio, a Milano] vi sono altri eventi di grande portata che aprono a nuove esigenze e colmano tante lacune, come nel caso del Forum Olio & Ristorazione [colgo l’occasione per dirvi che vi aspetto, in presenza, a Milano il prossimo 11 ottobre], Olio Officina svolge una intensa attività editoriale unica al mondo, per i tanti sviluppi segnatamente culturali. Olio Officina è una casa editrice che sfida a mani nude l’articolato e labirintico mercato editoriale attraverso una visione estremamente dirompente, pur senza esercitare alcuna violenza, ma ricorrendo alla mitezza dei propri contenuti e propositi, che sono senza dubbio marginali e periferici rispetto alle tendenze imperanti, ma non per questo etichettabili come superflui e infruttuosi. Stiamo seminando il futuro, proprio così, e ne siamo orgogliosi: viaggiamo verso i cinquanta titoli in catalogo, tra libri di manualistica, saggistica, narrativa, poesia, riviste monografiche in edizione cartacea come OOF International Magazine [in versione bilingue italiano/inglese] e L’Almanacco di Olio Officina[annuario], la rivista web omonima [olioofficina.it], e ora, da tre anni ad oggi, Oliocentrico, disponibile in versione digitale sfogliabile, che è l’unica pubblicazione al mondo interamente dedicata alle recensioni degli oli. Insomma, siamo fieri di ciò che facciamo. Ci dispiace solo uscire con il numero di giugno a fine mese, questo sì che è il nostro unico rammarico. Tornando al delicato e complesso momento che sta attraverso l’editoria, sta proprio qui lo scoglio da superare: ci vuole, da parte di chi ci legge, e crede nel nostro progetto, un sostegno concreto. Oggi l’editoria è in gran parte gratuita, non ci sono molte alternative del resto, ma questo nuovo corso deve tuttavia fare i conti ogni santo giorno con gli alti costi richiesti da una corretta informazione che appunto ha necessità di notevoli risorse economiche per potersi reggere in piedi e proseguire nel lavoro. Per fare un prodotto di qualità, attendibile e coscienzioso, occorre abbonarsi, o comunque sostenere in qualche modo i progetti culturali. Si riceve e si dà. Più si riceve, più risorse vi sono a disposizione e meglio ci si può organizzare per pubblicare ogni numero, uscendo perfino in anticipo sui tempi. Noi, comunque, ci siamo, ci saremo sempre.