Ciascuno di noi ha il ricordo tenero e nostalgico dei giocattoli che rallegrarono la propria infanzia. Eravamo dell’epoca pre-computer e comunque fantasticavamo con bambole, trenini, passeggini, teatrini.
L’epoca delle Festività natalizie, che ci pensasse San Nicola, Babbo Natale, il Bambin Gesù o la Befana, era sempre il clou della ricezione di doni consistenti in giocattoli. Così è stato di generazione in generazione, con la diversità che, più si va indietro nel tempo, meno erano i bambini a cui erano destinati i doni, in quanto espressione di censo e di ricchezza.
Si ha una chiara percezione di queste dinamiche sociali visitando a Napoli la “Fiera dei Balocchi – Mostra del Giocattolo antico”, in corso fino al 30 gennaio, con ingresso gratuito, nelle sale monumentali, in due dei quattro chiostri e negli atri dell’Archivio di Stato, in un ampio edificio che, fino ai principi dell’800, ospitò il convento benedettino dei Santi Severino e Sossio.
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La Mostra offre l’occasione al grande pubblico di accedere e conoscere quest’istituzione, finora per lo più frequentata da ricercatori e accademici, scoprendone il fascino e i tesori preziosi: la sala dei Catasti, con affreschi di pregio, emersi nel corso di un restauro; due bracci del Chiostro del Platano, adorni di scene benedettine che ci danno uno spaccato di vita quattrocentesca che non eguali in città. Lo stesso Platano ha una propria leggenda, in quanto si è tramandato che sia stato piantato dallo stesso San Benedetto e i monaci usavano le sue foglie per scopi terapeutici, dando soccorso alla popolazione del circondario.
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Poi c’è un’altra unicità, ovvero il Codice di Santa Marta, unico codice quattrocentesco al mondo che, invece di riprodurre testi sacri, riporta le immagini miniate degli stemmi delle nobili famiglie partenopee coeve. C’è, inoltre, una lastra di marmo con inciso un contratto di vendita di un casale nella zona flegrea, stilato fra il VII e l’VIII secolo d.C., in volgare, precedente addirittura al cosiddetto “Placito Capuano”, documento del 960 considerato il più antico in volgare.
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Ora, però, abbandoniamo questo patrimonio di reperti che fanno parte del percorso consueto dell’Archivio di Stato e dedichiamoci alla “Fiera dei Balocchi” che la direttrice Candida Carrino ha inteso organizzare per aprire le porte a napoletani e turisti e attrarli verso un’istituzione finora piuttosto misconosciuta.
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L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione con un grande collezionista, l’avvocato Vincenzo Capuano, funzionario di Banca Intesa, che, in un’appassionata ricerca fra mercatini, aste, vendite on line, acquisto presso altri collezionisti ha messo insieme una raccolta ragguardevole che oltrepassa i 5mila giocattoli, per un totale che supera gli 8mila pezzi.
Nella Mostra all’Archivio ne sono esposti più di mille; in tantissimi sono bambole, a partire dalle settecentesche Pandore fino alla Barbie cult n. 1, quella messa in vendita nel 1959 e a quelle rarissime ‘Lenci’; ci sono, poi, marionette, teatrini, pupazzi e personaggi, giocattoli in legno e latta, giochi da tavola che rappresentano i progenitori degli attuali videogiochi.
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Alcune bacheche che fanno parte del fantasmagorico allestimento curato da Donatella Dentice di Accadia raccolgono i giocattoli che promuovevano presso le generazioni più giovani i regimi dittatoriali nazista e fascista: bambolotti vestiti da Balilla e una macchinina di latta del 1938, scoperta, con a bordo Hitler (riconoscibilissimo) e i suoi gerarchi. Un’altra, invece, di fattura spagnola, più recente, in cui si distinguono i Beatles, ai tempi in tournée a Madrid.
Il pezzo che più sbalordisce, però, è la portantina settecentesca rivestita di sete delicate, in cui sono sedute ben nove bambole dell’epoca, che riproducono abiti e fattezze della Corte borbonica, proveniente dalla mitica collezione della Principessa Maria José Cattaneo della Volta di Sannicandro.
Un’occasione straordinaria per ricostruire la storia del giocattolo attraverso i secoli che non è altro che la storia della civiltà occidentale.
In apertura, cavallo a ruote, foto di Leonardo Marciano