Le importazioni mondiali di olio da olive sono diminuite del 9% nella campagna 2020/21, e, più nello specifico, le importazioni sono diminuite del 3% nei paesi non Coi, che contribuiscono a circa l’80% delle importazioni totali.
[I dati riportati dall’Osservatorio sono ancora provvisori]

Gli otto mercati principali a cui si fa riferimento provengono da: Stati Uniti con il 35%, Extra Ue con il 17%, Brasile con l’8%, Giappone con il 6%, Canada con il 5%, Cina con il 4 %, Australia con il 3% e Russia con il 2%.
Nella campagna 2020/21, le importazioni da questi mercati sono diminuite del 10,8% rispetto al 2019/20, interrompendo la tendenza al rialzo registrata dal 2016/17.
Nonostante ciò, le importazioni nel 2020/21 restano di 100mila tonnellate al di sopra della media degli ultimi anni.


Le importazioni provengono principalmente dalla Spagna, che contribuisce per il 29,2% al totale delle importazioni (-2,9% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente), seguita dalla Tunisia con il 26,8%, dall’Italia con il 20,4%, dal Portogallo con il 10,6%, dall’Argentina con il 3%, Turchia con il 2,9%, Grecia con il 2,2%, Cile con l’1,7% e Marocco con l’1,2%.

Circa il 75,8% delle importazioni totali rientrava nel codice 15.09.10 (olio d’oliva vergine), il 18,3% nel codice 15.09.90 (olio da olive) e il restante 5,8% nel codice 15.10.00 (olio di sansa d’oliva).

In apertura, foto di Olio Officina©