Non perdete l’incontro sulla comunicazione olfattiva a Olio Officina Festival. Ci sarà anche un workshop di 30 minuti di prove sperimentali. Nell’attesa, abbiamo sentito i protagonisti, Silvio Pella e Martino Cerizza.
Quest’ultimo proviene da una famiglia di profumieri da ben tre generazioni, Martino Cerizza in particolare ha lavorato per diverse aziende essenziere italiane e internazionali; e attualmente è profumiere in Opify, nonché docente presso Smell, atelier di arte e cultura olfattiva.
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Silvio Pella è laureato in Marketing in Bocconi e si è sempre occupato di comunicazione, dapprima in un’agenzia e poi presso grandi aziende multinazionali. Dal 2006 ha cominciato a occuparsi di comunicazione olfattiva, lavorando per musei, multinazionali dolciarie e catene di supermercati. Nel 2018 ha fondato Visioni Olfattive con la mission di diffondere il marketing olfattivo anche in ambiente alimentare.
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INTERVISTA A SILVIO PELLA E MARTINO CERIZZA
A Olio Officina Festival si affronterà un tema oggi molto attuale. Ecco, perché proprio la comunicazione olfattiva?
Silvio Pella: La comunicazione olfattiva nasce come concetto di marketing attorno agli anni 2000, all’interno della teoria della shopping experience. Questa teoria postulava che i consumatori non compissero più dei semplici attti di acquisto all’interno dei punti vendita, ma che volessero vivere una esperienza che coinvolgesse i cinque sensi. La teoria, che prendeva lo spunto da diverse ricerche che confermavano come ambienti profumati registrino una maggiore permanenza e una più elevata propensione all’acquisto da parte dei consumatori, ha trovato pratica applicazione in molti campi, dal tessile, dove ormai in tutti i negozi si trova la diffusione di diverse fragranze, agli hotel e ai centri commerciali.
Perché è un modo innovativo?
Martino Cerizza: L’olfatto è il senso che è a diretto contatto con la parte del cervello dove si sprigionano le emozioni: per questo il diffondere fragranze è un modo estremamente coinvolgente. A questo si aggiunga che l’olfatto è il senso che meno viene utilizzato nelle comunicazioni di marketing; alcune ricerche svolte in america dalla Rockfeller University hanno dimostrato che i consumatori ricordano ciò che annusano per il 35% dei casi e per il 5% di ciò che vedono. Inoltre altre ricerche condotte in Italia da Astra Demoskopea ci dicono che 86 italiani su 100 ritengono gli odori e i profumi particolarmente importanti e 72 su 100 preferiscono soffermarsi dove si sente un leggero profuo diffuso
Come trasmette l’identità di brand e prodotto?
Silvio Pella: L’identità di un prodotto è data dalle sue caratteristiche organolettiche; chi si occupa di olio sa riconoscere le differenti note presente al gusto da differenti tipi di oli. Quello che con il marketing olfattivo possiamo fare è sottolineare le caratteristiche essenziali di un olio nei locali adibiti alla vendita, accompagnando la creazione di punti vendita sofisticati e all’avanguardia. Non vogliamo ricreare il blend di un olio, sarebbe impresa difficile, ma sottolineare aspetti olfattivi del prodotto utilizzando materie prime olfattive
Ma la diffusione del profumo non è intrusiva?
Martino Cerizza: Con la nostra tecnologia basata su ricariche solide non viene spruzzato o micronebulizzato nulla nell’ambiente; vengono diffuse solo le molecole di olio essenziale puro con due risultati importanti: non ci sono più gocce che rimangono sulle persone o sugli abiti creando effetti scia non voluti e la quantità di olio diffuso nell’ambiente è estremamente più contenuta
E quali sono le note olfattive che si avvertono in un olio?
Silvio Pella: Premesso che come tutti sanno l’olfatto è legato funzionalmente al gusto e che è difficile scindere in maniera precisa le due sensazioni le note sono principalmente quelle verdi, fruttate e di pomodoro. Ma per conoscerle tutte dovete venire a trovarci a Olio Officina Festival….
In apertura, Naso, opera di Gerd Rothmann