La storia in bottiglia. Il Dop Garda Orientale del Marchese di Canossa

Chi ha studiato la storia e ha buona memoria ricorda bene la contessa Matilde, quando si fece intermediaria tra il pontefice Gregorio VII e l’Imperatore Enrico IV. Rammentate? È il celeberrimo episodio dell’umiliazione di Canossa. Risale al 1077.

Ebbene, la stessa famiglia dei Canossa, tra le più antiche e illustri, si sono sempre occupate di agricoltura, estendendo il proprio raggio d’azione dal Lago di Garda fino all’alto Lazio. E proprio sulle sponde del lago veronese, nei comuni di Torri del Benaco e Garda, si trovano gli oliveti dei Canossa.

Dagli olivi in gran parte della cultivar Casaliva si ricava un extra vergine elegante e fine, delicato, di color giallo oro dai riflessi verdolini, limpido.

I profumi sono freschi e si evidenziano sin da subito per le connotazioni erbacee. Si tratta di un fruttato medio leggero, dove si colgono anche i richiami al carciofo, un ortaggio che si ritrova anche al gusto.

L’impatto, al momento dell’assaggio nel bicchiere è dolce, ma l’amaro e il piccante sono presenti, seppur si percepiscano lievi, comunque in ottimo equilibrio, sviluppandosi progressivi. C’è una buona fluidità che rende la bocca sempre pulita e un gusto vegetale che rende sapido l’olio, pur nella sua morbidezza e finezza.

Infine, in chiusura, i classici rimandi alla mandorla, sentore caratteristico degli oli gardesani, insieme a una lieve e piacevole punta piccante.

MARCHESE DI CANOSSA

Olio extra vergine di oliva Marchese di Canossa Dop Garda Orientale

Torri del Benaco, Garda, Verona, Veneto

Casa virtuale: marchesedicanossa.it

Olivaggio: Casaliva (60%), Leccino (30), Pendolino (7) e altre

Bottiglia: 500 ml

Prezzo al pubblico: euro 18,50

Abbinamenti: con insalate verdi a foglia tenera, bigoli con ragù d’anatra

È possibile leggere questa recensione anche sul numero 2 della rivista mensile Oliocentrico, edita da Olio Officina. La recensione che qui riportiamo, a beneficio dei lettori del nostro webmagazine, risale all’olivagione 2018, ma le peculiarità sensoriali descritte permangono, pur con le dovute variabili della stagionalità, le medesime.

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