L’Italia arretra, questa è la realtà. In una nota stampa diffusa da Italia Olivicola emerge un dato che serve a farci riflettere.
“L’Italia – si legge – si piazza al terzo posto con meno di 250mila tonnellate di olio extra vergine di oliva, a causa del netto calo delle regioni olivicole più importanti come Puglia, Calabria e Sicilia”.
C’è una buona notizia, secondo Italia Olivicola. “La buona notizia arriva dai consumi di olio extra vergine di oliva. In un anno difficile a causa della pandemia, crescono nel nostro Paese di quasi il 6%. Positiva anche la bilancia commerciale: si registra un aumento del livello delle esportazioni pari al 3,3% ed una riduzione dell’import del 9,2%”.
“A livello di prezzi, invece, l’olio extra vergine d’oliva italiano conserva il primato rispetto ai competitor internazionali, ma anche in questo caso ad influire è la ciclicità del raccolto”, prosegiue la nota di Italia Olivicola.
“I dati sulla produzione testimoniano come sia arrivato il momento di rinnovare l’olivicoltura nazionale, che deve aprirsi a modelli innovativi e sostenibili in grado di garantire un futuro sereno – spiega il presidente di Italia Olivicola, Fabrizio Pini -. In tal senso, contiamo sull’impegno del nuovo Ministro Patuanelli, a cui formuliamo i nostri migliori auguri, che sarà chiamato a lavorare su un piano strategico olivicolo nazionale utile a recuperare il gap con gli altri Paesi e indicare quale strada dovremo percorrere per aumentare la produzione, conservare la qualità e mantenere la competitività”.
“In un’annata così difficile, condividendo il richiamo di altre organizzazioni come Assitol, riteniamo sia doveroso valorizzare i produttori che lavorano per la qualità e le aziende che puntano sul vero olio extravergine d’oliva italiano – continua Pini -. Per questo motivo è necessario che tutti remino dalla stessa parte, dalla politica alla grande distribuzione, per rilanciare uno dei prodotti più importanti del Made in Italy”.
In apertura, foto di Lorenzo Cerretani