Produrre biomasse in modo razionale

Durante il periodo di resistenza al covid 19, ancora non concluso, si sono rivalutate il ruolo di filiere produttive vitali, a partire dall’agricoltura, dalla filiera alimentare, dalla produzione e distribuzione dell’energia e delle industrie connesse, e di tutti i servizi di pubblica utilità; si è dato il giusto risalto al ruolo centrale della ricerca, degli scienziati e delle competenze tecniche in generale.

Tuttavia gli stavolgimenti climatici non si sono fermati e gli obiettivi europei climatici da raggiungere entro il 2030 e 2050 non si sono avvicinati. Una delle sfide principali in grado di affrontare il complesso problema dei cambiamenti climatici si gioca sul fronte della bioeconomia circolare e dell’energia verde con cui soppiantare il fossile.

Oggi, in Italia, la bioenergia si eleva tra le FER producendo da sola il 50% di tutta l’energia verde nazionale con circa 11 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Fra alcuni anni, secondo gli indirizzi del Green Deal europeo, la valorizzazione (industriale ed energetica) delle biomasse sarà ancora più utilizzata. Questa, infatti, concorre alla protezione dell’ambiente naturale attraverso il recupero e la valorizzazione di scarti e residui, in particolare quelli prodotti dalle attività agricole, zootecniche e forestali, e può facilitare il ripristino di terreni marginali o degradati con l’introduzione di colture destinate alla produzione di energia, oltre a contribuire alla corretta gestione del patrimonio del bosco e rurale.

Un’iniziativa diretta a divulgare azioni innovative per la meccanizzazione agricola e forestale, che consente di movimentare la risorsa biomassa con costi contenuti e garantendo al contempo elevati standard qualitativi, è un corso implementato dall’Enama, finanziato dal Mipaaf e collaborazione di Itabia (associazione italiana biomasse).

Il corso intitolato “Macchine e attrezzature utilizzate per la produzione di biomassa a fini energetici” tratta i criteri all’avanguardia per la produzione, raccolta, condizionamento, trasporto e stoccaggio delle diverse tipologie di biomasse dal punto di vista di individuare le migliori pratiche per una loro gestione economicamente conveniente e a basso impatto ambientale. Si esaminano anche i costi di produzione del biocombustibile determinati principalmente dai sistemi di lavoro utilizzati, l’organizzazione dei cantieri e l’esperienza degli operatori. Tutto ciò dando grande importanza anche alle specifiche condizioni locali e ambientali in cui si opera.

In ambito forestale contano il tipo di bosco, la pendenza e accidentalità del terreno. Il corso, suddiviso in tre sezioni distinte su supporto audio-visivo, ha una durata complessiva di quasi un’ora e mezza e tutto il materiale prodotto è divulgato attraverso la sezione dedicata al progetto ENAGRI sul sito di Enama (www.enama.it) e quello di Itabia (www.itabia.it).

Nella foto di apertura, fornita dall’Autore, la raccolta di sarmenti di vite

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