Apuleio

Su di uno sfondo verde oliva che tende, giudiziosamente, al salvia, incamerando anche un po’ di quella pianta officinale, del suo elisir, Elisabetta Casella ha schierato i due protagonisti della battaglia amorosa: amore e psiche, eros e anima.

Un cuore che, senza freni, può mutarsi in picca, e il cerchio, simbolo di anima, uscita da mille prove, ammaccata, fatalmente attratta dalla pienezza, dallo sforzo di conoscere, di far coincidere, a suo rischio e pericolo, i propri margini con quelli del mondo ad essa concentrici.

Li ha schierati al confine, fianco a fianco, non dubitando che, superato il guado, si sparpaglieranno e si inseguiranno, continuando a cercarsi per la vastità del piano.
L’opera esprime questa attesa; prefigura il movimento dei cerchi e dei cuori, l’impeto con cui si slanceranno in avanti.
Tra le loro file corre già un fremito, l’ansia di non farcela e di giungere per primi al varco.

È nel tono di verde, nella sua imperscrutabile fisicità, profonda e traslucida, quasi ceramica, che si raggruma e spande il flusso lirico e drammatico dell’impresa: riunire Eros e Anima. Riunirli affinché il mondo prosegua su una via più consapevole, cadenzata e felice.

Elisabetta Casella è nata a Piacenza nel 1973. Vive e lavora con Ello, Valentino e un numero imprecisato di gatti nella campagna piacentina.

In apertura particolare dell’opera “Apuleio” (cm 200 x 100, tre matrici, 2014), di Elisabetta Casella, e, nel corpo del testo, la visione integrale dell’opera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *