L’ultimo saluto a Giuseppe Politi a San Pietro in Lama, in provincia di Lecce, dove era nato. La camera ardente presso la sede della Casa dell’Olivo, in piazza del Popolo.
Politi, come già evidenziato, era nato a San Pietro in Lama il 28 gennaio del 1950. Si era laureato in Scienze politiche presso l’Università di Bari. La sua carriera professionale si è svolta nell’ambito del sindacalismo agricolo, ricoprendo dapprima l’incarico di presidente della Cia di Puglia, poi l’incarico di presidente del CNT – Consorzio Nazionale Tabacchicoltori, quindi di presidente dell’Uiaprof, l’Unione italiana produttori di frumento.
E’ stato inoltre componente del comitato consultivo cereali dell’Unione Europea e fino a non molto tempo fa ha ricoperto il ruolo di presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori.
E’ stato inoltre membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto “Alcide Cervi”, presidente dell’ASES – Associazione Solidarietà e Sviluppo con progetti di solidarietà e di cooperazione internazionale in America Latina e Africa Centrale. Pubblicista, iscritto all’ordine dei giornalisti di Puglia, è stato anche componente del CNEL nell’ottava consiliatura (2005-2010) e riconfermato anche in quella attuale, la nona, (2010-2015).
LE DICHIARAZIONI
Il presidente nazionale della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino lo ricorda con questa nota: “Con Giuseppe Politi perdiamo un uomo che ha segnato in maniera tangibile l’agricoltura italiana ed europea degli ultimi dieci anni. Aveva un sogno, realizzare l’unità della rappresentanza agricola nel nostro Paese. La Confederazione tutta, dirigenti, funzionari ed iscritti, piange una grande persona, un grande Presidente ed io un grande amico”. Con queste parole l’attuale presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino dà notizia della prematura scomparsa di Giuseppe Politi. Nato a San Pietro in Lama nel 1950, Politi è stato Presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori dal 2004 al febbraio del 2014. “Il suo è stato un impegno costante e incisivo teso a tutelare i redditi degli agricoltori, a valorizzare il ruolo dell’impresa agricola nel contesto economico e produttivo, ma anche per far crescere il settore e con esso l’intero sistema agroalimentare.
A Politi vanno riconosciuti, in particolare, due grandi meriti: l’autoriforma della Confederazione italiana agricoltori, che ha portato gli imprenditori agricoli alla guida dell’Organizzazione, e la nascita di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare.
Sono stati due obiettivi che ha sempre ricercato con fermezza e ostinazione. Su essi, negli ultimi anni, aveva accentrato tutta la sua azione sindacale. Il loro conseguimento ha rappresentato per Politi motivo di grande soddisfazione, che non ha mancato di sottolineare nella VI Assemblea elettiva del 2014 della Cia che lo ha visto lasciare la presidenza proprio a me.
L’autoriforma della Cia ha rappresentato per Politi un traguardo indispensabile fin dal suo insediamento alla presidenza confederale nel luglio del 2004. Da allora ha costruito tassello dopo tassello il cambiamento. Nel febbraio del 2010, con la V Assemblea elettiva, si è realizzata la svolta storica per l’Organizzazione che ha avuto l’ultimo atto finale proprio con l’Assemblea del febbraio 2014.
Anche Agrinsieme è stato un obiettivo che Politi ha avuto sempre nella mente. Per lui l’unità del mondo agricolo era un’esigenza fondamentale per gli agricoltori e per l’agricoltura. Raccogliendo l’insegnamento dello storico presidente della Cia Giuseppe Avolio, battutosi con energia per l’avvio di un concreto processo unitario, si è mosso in un’ottica ben precisa: quella delle convergenze e dell’azione comune. Un primo deciso passo in questo senso è stata la grande manifestazione del novembre 2005 a Bologna, dove più sigle sindacali agricole scesero in piazza per reclamare più attenzione nei confronti del settore primario. Lo stesso slogan (“Con l’agricoltura per lo sviluppo del Paese. Insieme per le imprese agricole italiane”) dimostrava che la scelta di Politi aveva chiare finalità: aggregare il mondo agricolo e cooperativo per rafforzare il potere contrattuale del comparto e dare prospettive certe agli agricoltori del nostro Paese.
L’impegno di Giuseppe Politi per l’unità del mondo agricolo è stato chiaro nella quarta Assemblea elettiva della Cia del 2006 (dove viene eletto per acclamazione) che si svolse, appunto, sotto la parola d’ordine “Patto, Unità, Reddito”. E gli anni che seguirono sono stati segnati da tappe importanti, ma anche da insuccessi. Ma Politi è andato avanti imperterrito, sempre alla ricerca dei traguardi prefissati. La nascita nel gennaio 2013 di Agrinsieme, di cui è stato coordinatore per un anno, è stata la sua sfida vinta.
Giuseppe, ovviamente, non si è limitato solo a questi due pur importanti obiettivi. La sua azione è stata a trecentosessanta gradi. Ha tessuto importanti relazioni a livello europeo e internazionale. Soprattutto nell’Ue ha svolto un impegno di spessore e si battuto con tenacia per tutelare gli interessi degli agricoltori. Nell’ultimo anno, pur colpito dalla malattia, ha cercato con determinazione di contribuire alla costruzione di una riforma della Politica agricola comune (Pac) adeguata ai cambiamenti e alle necessità delle imprese. Non si è fermato davanti a nessun ostacolo. Si è attirato anche critiche, ma ha proseguito con tenacia e con coraggio. La Cia esprime commozione e vicinanza alla moglie Vittoria, ai figli Enrica e Luca, alla amata nipotina Bianca e a tutte le persone a lui vicine”.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, il Viceministro, Andrea Olivero, e il Sottosegretario, Giuseppe Castiglione, in merito alla scomparsa di Giuseppe Politi, ex Presidente della Cia, Confederazione italiana degli agricoltori:“La scomparsa del Presidente Politi ci addolora fortemente. L’agricoltura italiana perde uno dei suoi protagonisti più attivi, capace di dare un contributo fondamentale nella crescita di questo di comparto e nella tutela delle aziende italiane. Ci mancheranno la sua capacità di proporre con serietà e concretezza strade per l’agroalimentare e portare avanti con forza le sue idee. Esprimiamo la nostra vicinanza e dell’intero Ministero alla sua famiglia e a tutta la Confederazione italiana degli agricoltori”.
Elia Fiorillo, presidente Ceq, Consorzio extra vergine di qualità: “Fino all’ultimo è stato un grande combattente, Giuseppe Politi, nonostante la malattia che non gli dava tregua, lo ricordo con grande affetto e ammirazione. Un dirigente sindacale che non ha mai perso l’obiettivo dell’unità del mondo agricolo, non sottovalutando i problemi che rendevano difficile tale obiettivo. E’ stato sempre attento a quelli che npon hanno voce, mai distaccandosi da questi.. L’agricoltura italiana perde un umile, e perciò, grande dirigente. Alla famiglia, alla Cia, le condoglianze più sentite”.
Veronafiere: «Esprimiamo profondo cordoglio per la scomparsa di Giuseppe Politi, ex presidente della Confederazione Italiana Agricoltori. Politi si è distinto per l’elevato spessore umano e per una visione dell’agricoltura rivolta a promuovere l’unità del comparto, il dialogo fra gli imprenditori agricoli e la filiera e la competitività delle aziende. Siamo addolorati, perché se n’è andato un protagonista di molte battaglie condotte per un’agricoltura migliore». E’ il messaggio che il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, rivolge alla famiglia, alla Cia e al suo presidente, Dino Scanavino, anche a nome dei dipendenti e dei collaboratori della Fiera di Verona, organizzatrice storica di Fieragricola, la manifestazione che dal 1898 ha accompagnato l’evoluzione del settore primario in Italia. «Giuseppe Politi è stato un interlocutore leale e fedele ai propri principi – ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – che lo hanno spinto negli anni a sostenere progetti ambiziosi e vincenti per una più forte coesione dell’agricoltura e per una crescita sociale, ma anche culturale degli agricoltori, tanto in Italia quanto in Europa e in Sudamerica, continente nel quale ha appoggiato, con successo, progetti di ampio respiro