Avete letto su Olio Officina Magazine l’articolo Evo versus olio di oliva e sansa? Io mi sono astenuto dal commentare, per non condizionare i lettori. Lo farò successivamente, con un articolo. Ciò che emerge, intanto, è che gli stessi produttori e tecnici (alcuni, non tutti per la verità) non conoscano la natura e l’identità degli oli da olive. Puntano gli occhi sugli extra vergini cosi come gli uomini puntano gli occhi sul sedere e sul seno delle donne, imbambolati; o, allo stesso modo, come le donne puntano gli occhi sul sedere e sui muscoli scultorei di un uomo. Gli oli da olive sono gli unici a contraddistinguersi, tra tutti i grassi alimentari, nella loro molteplice e variegata identità, ma anziché farne un vanto e un punto di forza, si screditano le categorie inferiori. Per pura ignoranza, o per viltà. Si, perché si è proprio vili se si teme che valorizzando l’intera gamma degli oli da olive si possa nuocere il primato degli oli extra vergini di oliva. E’ vero esattamente il contrario.