Si fa un gran parlare di gastronomia, ma si è perso il legame più autentico con la terra, la fatica e la bellezza del produrre. Essere artefici di una materia prima alimentare significa esserne intimamente gli autori, ma, paradossalmente, tali autori sono esclusi e sviliti dal mercato, il quale succhia di fatto l’anima a ciascun agricoltore, sottraendogli perfino ogni lecito e meritato guadagno. Che senso ha allora celebrare la gastronomia con le sue eccellenze, quando si contribuisce – anche attraverso le proprie egoistiche scelte orientate al risparmio fine a se stesso – a sottrarre indebitamente un diritto d’autore che spetta solo ed esclusivamente a chi tale materia prima ha coltivato, prodotto, trasformato e reso fruibile? Esiste – io mi chiedo – una giustizia anche in quei Paesi che si fanno vanto di essere democratici?