Oleologo, quanto sono importanti le parole

Sono contento che un po’ ovunque si stia diffondendo questa parola da me coniata per dare dignità a una professione antica, quella genericamente detta dell’esperto d’olio; ma oleologo è diverso: è qualcosa in più e di originale, perché connota un’identità conferendo la giusta centralità a un ruolo chiave. E così, con orgoglio assisto alla diffusione del termine. Uno tra gli “oleologi” ante litteram è stato il salentino Giovanni Presta (1720-1797), mio conterraneo, autore tra l’altro del trattato Degli ulivi delle ulive, e della maniera di cavar l’olio (Stamperia Reale, Napoli 1794) e di altri volumi Memoria su i saggi diversi di olio, e su della ragia di ulivo della penisola salentina messi in offerta a Sua Maestà Imperiale Caterina II la Pallade della Russia (Vincenzo Mazzola-Vocola, Napoli, 1786) e Memoria intorno ai sessantadue saggi diversi di olio presentati alla Maestà di Ferdinando IV Re delle Due Sicilie… (Vincenzo Flauto, Napoli 1788), e altri ancora.

LA CITAZIONE

Ed ecco una utile citazione in cui compare la parola oleologo. Il brano è tratto dal volume Atlante goloso. Luoghi e delizie d’Italia, Garzanti, Milano 2002, scritto da Laura Grandi e Stefano Tettamanti.

Come la lettera rubata di Poe

« (…) Come orientarsi? Per un argomento tanto articolato e complesso, quello dell’olio di oliva, che riguarda l’agricoltura, il gusto e almeno altri due sensi (la vista e l’odorato), la storia, la salute, la letteratura, l’economia e la religione, la tutela del consumatore, l’ambiente, non ci si rivolge a chiunque. L’unica figura in grado di soddisfare tutte le curiosità in fatto di olive e di olio italiani è l’oleologo. E un oleologo degno di questo nome è Luigi Caricato, il quale va rivalutando l’olio che abbiamo sempre avuto sotto il naso, come la lettera rubata di Poe, e di cui ci siamo serviti male, senza conoscerlo davvero. Nei suoi libri c’è quello che serve sapere sulle produzioni oliandole, e qualcosa di più, l’expertise e la passione. Qualcosa che sfugge ai normali criteri che attribuiamo a chi si intende di un certo campo: la capacità di narrare la materia di cui si tratta, di divulgarla senza impoverirla, anzi; il tono, la sicurezza dei libri di Caricato si uniscono a un tocco poetico. (…)»

Laura Grandi, Stefano Tettamanti

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